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Il lupo è un animale selvatico


Si torna a parlare di lupo: avvistato più frequentemente nel Torinese, è invece una novità la prima coppia stabile nel Verbano Cusio Ossola. Tra entusiasti e scettici, la Regione Piemonte chiede al Governo di giungere all’approvazione del Piano nazionale di gestione e conservazione della specie, mentre diventa sempre più importante informare correttamente sul significato di questo ritorno, perchè convivere con il predatore è possibile.

Gli ultimi eventi lo hanno riportato agli onori della cronaca. Prima, per il ritrovamento del DNA di una lupa proveniente dalla Valle d’Aosta, su una pecora predata nei dintorni della Collina torinese; poi, per gli avvistamenti ricorrenti di alcuni esemplari di lupo tra Castelnuovo Don Bosco, Buttigliera d’Asti, Casalborgone e Montaldo Scarampi.
L’analisi di alcune predazioni avvenute nella zona, i cui reperti sono stati analizzati dall’Istituto zooprofilattico di Torino per conto del Parco del Po torinese, partner del progetto Grandi Carnivori della Regione Piemonte – hanno confermato la presenza del predatore sui territori collinari torinesi.

E se l’Ente parco ha espresso soddisfazione per la biodiversità dei sistemi ambientali ed ecologici dei rilievi collinari tra Torino e Asti, la notizia di questo ritorno ha creato qualche prevedibile trambusto.
Il lupo nel Torinese non è una presenza recente
In una nota stampa diffusa dalla Città metropolitana di Torino, si legge: Nelle vallate alpine attorno alla metropoli, il predatore è stabile da più di 30 anni. E in effetti ‘il ritorno del predatore è un fenomeno naturale conseguente allo spopolamento delle aree montane e al riaffermarsi di ambienti più naturali. Non è in alcun modo frutto di reintroduzioni o ripopolamenti. I branchi, costituiti mediamente da 4-5 individui, difendono un proprio territorio di circa 250 kmq entro il quale ‘lupi estranei’ non sono ben accetti. Questo comportamento determina due conseguenze: il numero di individui in una certa area tende a rimanere costante nel tempo e i giovani devono cercare nuovi luoghi in cui insediarsi, spingendosi verso valle. Non c’è da allarmarsi, anzi: il ritorno di un grande predatore è indice di un ambiente naturale ricco e diversificato. Il lupo mangia animali selvatici e, dove può (purtroppo) anche animali domestici, ma teme l’uomo e lo fugge perché lo considera un suo predatore.

Una presenza documentabile e, a giudicare dalla sequenza delle tracce e degli avvistamenti sulla Collina, probabilmente dovuta a qualche soggetto errante che ha raggiunto i territori tra Asti e le colline del Po per insediarsi qui, a partire dal 2018, approfittando dei corridoi che collegano le Valli Chisone e Pellice alle pianure del carmagnolese a sud di Torino.
I recenti avvistamenti nel Verbano-Cusio Ossola
Recente sarebbe invece la presenza del carnivoro in Valle Strona e in Bassa Ossola, dove è stata osservata la prima coppia stabile di lupo del Verbano-Cusio-Ossola. ‘Il ritorno naturale della specie nella zona cade a 92 anni di distanza dall’uccisione dell’ultimo lupo all’Alpe Mazzocchero, nel Comune di Pieve Vergonte, e a dieci anni di distanza dall’arrivo della prima pioniera, la femmina F31, rimasta poi senza discendenza, si legge in un comunicato del Parco nazionale Val Grande, che continua: ‘I lupi sono animali elusivi e discreti, tendono a evitare l’incontro con le persone: se capita di imbattersi in un lupo è utile segnalare l’avvistamento contattando gli agenti di Polizia provinciale, i Carabinieri forestali, i guardiaparco delle delle Aree protette dell’Ossola e del Parco Val Grande, e indicare loro, nel modo più preciso possibile, il punto esatto dell’osservazione, ma soprattutto si raccomanda di non avvicinare o disturbare gli animali’.

La convivenza possibile con il predatore

Certamente, molti sono coloro che si rallegrano per questo ritorno, ma non vale proprio tutti, a partire dagli allevatori. Le iniziative di sensibilizzazione – su tutto il territorio piemontese – non mancano oggi, come in passato: sono partiti degli incontri destinati alla popolazione locale, generalmente organizzati dagli Enti di gestione delle Aree protette dove il lupo è presente, finalizzati a fornire una corretta informazione e conoscenza della biologia e del comportamento di questa importante specie che costringe tutti a modificare le proprie abitudini, in primis i pastori che dovranno dotarsi di metodi adeguati di protezione (recinti elettrificati, pascolo sorvegliato, cani da guardanìa) per evitare possibili attacchi.

Lo ha spiegato bene Bruno Viola, pastore del Trentino e presidente dell’associazione per la Difesa del patrimonio zootecnico dai grandi predatori – intervenuto lo scorso settembre al convegno ‘Tra cane e lupo: problematiche, sicurezza e prevenzione’ – organizzato dai Parchi delle Alpi Cozie e affermando che ‘il lupo non sceglie le pecore, ma il pastore’.
E’ dello stesso avviso Luca Giunti, guardiaparco delle Aree protette delle Alpi Cozie, secondo il quale non c’è alcun rischio a frequentare i soliti boschi – i lupi non vanno a caccia di esseri umani e sono già sazi di prede selvatiche che trovano in abbondanza in natura – purché tutti siano consapevoli che la natura, quella vera, è selvaggia e non è esattamente come quella disegnata da Walt Disney.

Il lupo non è un animale domestico

Per questo è opportuno ricordare che il lupo è un animale selvatico, nei confronti del quale provare rispetto e un reverenziale ‘timore’, può risultare perfino salutare ai fini della sopravvivenza della specie, e in nome di una convivenza possibile, tra uomini e lupi.

Il progetto Life WolfAlps lo ha insegnato: coordinato dall’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime e conclusosi lo scorso maggio dopo 5 anni di attività, si sono compiute azioni importanti per la conservazione della popolazione alpina di lupo e per assicurare una convivenza stabile tra l’animale e le attività economiche tradizionali, ed è anche per questo che – i LIfe WolfAlps entra nella rosa dei 15 finalisti del LIFE Awards 2019 promosso dalla Commissione europea.

Fonte Piemonte Parchi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.